La Patente – Le Finestre – L’Uomo nudo e l’Uomo in Frak

Un spettacolo Collettivo dell’ATIE in tre parti:

La PatenteL, e Finestre, L'Uomo nudo e l'Uomo in Frak

“La Patente” di Luigi PIRANDELLO
Messa in scena da Irène Chalkia.

Trama

” …Rosario Chiarchiaro s’è combinata una faccia da jettatore che è una meraviglia a vedere. S’è lasciato crescere su le cave gote gialle una barbaccia ispida e cespugliuta; s’è insellato sul naso un pajo di grossi occhiali cerchiati d’osso che gli danno l’aspetto di un barbagianni; ha poi indossato un abito lustro, sorcigno, che gli sgonfia da tutte le parti, e tiene una canna d’India in mano col manico di corno.”

È con questa maschera da menagramo che Chiarchiaro[1] si presenta in tribunale, poiché è così che lo vedono tutti quelli che terrorizzati lo incontrano facendo nel contempo gesti scaramantici; e dunque, se così deve essere, è meglio corrispondere a quello che gli altri credono che tu sia come tutti credono.
Se tu mi vedi come uno jettatore per quanto io faccia non riuscirò a cambiare la tua opinione e dunque sarò come tu mi vuoi ma che almeno possa trarne un vantaggio.
Il giudice D’Andrea, seriamente convinto che la jella non esista, vuole rendere giustizia al pover’uomo così ingiustamente messo al bando dalla società per una sciocca superstizione ed è quindi disposto a condannare il figlio del sindaco e un assessore, contro i quali s’è querelato per diffamazione Chiarchiaro a seguito degli scongiuri che quelli hanno pubblicamente e sfacciatamente fatti al suo passaggio. Ma il giudice viene a sapere dallo stesso querelante che questi è andato a fornire prove e testimonianze certe della sua capacità jettatoria agli stessi avvocati dei querelati. Dunque sarebbe lui che vuole essere condannato.

Eppure Chiarchiaro ha diversi motivi per chiedere giustizia: a causa della cattiva fama costruita su di lui la sua famiglia s’è rinchiusa in casa, le sue belle figliole non trovano più nessuno che voglia sposarle, lui stesso ha perduto il lavoro e fa la fame. Ma proprio per questo il presunto jettatore vuole che non ci siano più dubbi sulle sue doti di autore di malefici: chi li teme dovrà pagare una piccola somma per evitarli e perché questo non appaia come un’estorsione egli pretende che il giudice gli dia, condannandolo, un attestato, una patente per esercitare legalmente la sua professione di jettatore. Come il giudice con la sua laurea può esercitare la sua professione così Chiarchiaro potrà scrivere sul suo biglietto da visita: “di professione jettatore” e così, apertamente, potrà far pagare una tassa anti-jella ai superstiziosi.

Il giudice naturalmente si rifiuta, quando, proprio mentre Chiarchiaro pretende al alta voce la sua patente di jettatore, un colpo di vento fa cadere la gabbia dove, ormai morto per la caduta, cantava un cardellino unico ricordo della defunta cara mamma del giudice.
I giudici del collegio giudicante hanno assistito muti e sbigottiti all’accaduto: pagano in silenzio il loro obolo a Chiarchiaro che lo accetta sghignazzando: da adesso potrà ufficialmente esercitare la sua professione.

“Le Finestre” di Dino BUZZATI
Messa in scena da Serenella Morelli

Trama

Le Finestre: esempio della problematica esistenziale di Buzzati
Atto unico scritto su invito del Festival di Spoleto e allestito in questa città nel giugno 1959.
Racconta la vita di un ragazzo “bruciato” osservata alla finestra dai genitori, dai vicini, dalla ragazza amata : un esistenza per rapidi flashes, alla lente d’ingrandimento degli altri. E poco più di “un foglio d’album”.
Nelle spazio di una vicenda scarna, lineare che si consuma in un tempo “scenico”, si staglia come un’ombra questo dramma.
Buzzati è semplice, preciso e diretto. E d’una ammirevole grazia e malinconia, la malinconia che gli viene dalla consapevolezza che quella vita finirà male. Il testo è di una misura perfetta secondo i critici, di una discrezione rara.

L’arte buzzatiana è caratterizzata da una vena di domestico e pungente surrealismo ; è cosi sottile da far scoprire, nella linearità d’una vicenda spoglia, il mistero di cui è carica, e derivare, dall’apparente impassibilità del racconto, l’eterno pianto sulla sordità dell’uomo agli appelli di quel mistero e sulla fralezza del suo proprio destino. Arte definita anche a volte kafkiana, ma che invece appartiene in modo tanto singolare a Buzzati. La cosa che
colpisce subito nel racconto di Buzzati è la sua tecnica : l’abilità del “taglio” e la perfezione della “misura” : lo scrittore ê sapientissimo nello scegliere gli elementi indispensabili e nel definirli giustamente, come nel fermarsi quando anche una sola parola, o sfumatura, sarebbe superflua.

“L’Uomo nudo e l’Uomo in frack” di Dario FO.
Messa in scena collettiva coordinata da Serenella Morelli

Trama

L’uomo nudo e l’uomo in frack: una farsa

“… un ambasciatore viene trovato da un netturbino, nudo (e vivo) in unbidone della spazzatura: era fuggito dal letto di una donna all’improvviso
rientro del legittimo marito. Allo spazzino spetterà il compito di dareil via a un complicato snodarsi di situazioni, nella ricerca di un frack
con cui vestire l’uomo nudo…”

Questa farsa e tratta da un gruppo di quattro farse intitolate “Ladri, manichini e donne nude”.Fu rappresentata per la prima volta a Milano al Piccolo Teatro il 6 giugno 1958 assieme alle altre tre: “Non tutti i ladri vengono per nuocere”, “Gli imbianchini non hanno ricordi” -firmate da Dario Fo, l’ultima invece “Non andartene in giro tutta nuda” e firmata Georges Feydeau.

Rappresentazione:

Au Centre Communautaire de Joli Bois
Avenue du Haras, 100 à 1150 Woluwe-Saint-Pierre
Nel novembre 1987

Colonne grecque et lierre

Attori:

“La Patente”

Antonio FABBRI: Il Giudice istruttore
Luigi MEGARO: L’usciere
Angelo PAGLIA: 1°Giudice
Giovanni BRIGANÐI: 2°Giudice
Dario PIROVAN0: 3°Giudice
Inge DE SMEDT: Rosinella
Sergio BELLI: Rosario

“Le Finestre”

Rita SALLUSTIO: Giuliana
Antonio FABBRI: Massimo
Annie PATIES: Anita
Efigenia TORCOLETTI: Piera
Carla RINALDIN: Paola
Maria Rosa DE PAOLIS: Laura

“L’Uomo nudo e l’Uomo in Frak”

Sergio BELLI: 1° spazzino
Dario PIOVANO: 2° spazzino
M. AMBROSI-GRAPPELLI: Donna
Leo BARONE: Uomo Nudo
Adriana DI CARA: Guardia
Sergio BENINI: Uomo in Frack

Tecnica:

Colonne grecque et lierre